sabato 23 dicembre 2006

XACOBEO 2004

EL CAMINO DE SANTIAGO
XACOBEO 2004

Luciano e Max
26/8-14/10/2004

....Questo mio diario raccoglie le impressioni e gli avvenimenti che mi sono stati compagni (insieme a Max) durante il mio cammino a piedi verso Santiago de Compostela (circa 950 km).E' frutto della mia memoria e quindi qualche volta forse la fantasia ha superato la realtà....tuttavia è quanto mi è rimasto nella mente e nel cuore.
Come dice il saggio:"Mettiti in viaggio,i piedi del viandante diventano fiori, la sua anima cresce e dà frutti, e i suoi vizi sono lavati via dalla fatica del viaggiare"....


TACCUINO DI VIAGGIO

LOURDES  25/26-08 ….


Lourdes. L'ansa del Gave e la spianata della Cattedrale


Lourdes. La grotta


Lourdes. La casa di Bernadette

da LOURDES a LESTELLE BETHARRAM  27-08
….ci lasciamo alle spalle la grotta dopo aver messo nelle nostre bottigliette l’acqua benedetta….mi incammino con animo allegro e leggero….è la mia prima tappa…lungo la strada uno strano incontro….una donna con un bambino in braccio…sembra uscita da un dipinto del Raffaello….solare….non ci sono paesi vicini ma la donna chiede dove conduce la strada che abbiamo appena percorso….meravigliati stentiamo a rispondere….lei ringrazia e s’incammina….un segno?....a Betharram dopo il Santuario e la Via Crucis si prosegue diritti….l’albergo è sulla sinistra all’ingresso del paese….


St-Pé-de-Bigorre. Il mio riposo lungo il Gave


Betharram. Facciata del Santuario


Betharram. Ponte sul Gave

da LESTELLE a BIELLE AYGUELADE  28-08
….l’albergo è lungo la statale sulla destra tra Louvie-Juzon dove abbiamo pranzato e Bielle…..nel conto hanno aggiunto la colazione che non abbiamo fatto…..siamo partiti in ora antelucana per il Col de Marie Blanque…..

da BIELLE a ACCOUS  29-08
…..attraversato il paese di Escot in festa,pranzato a Sarrance,visitato la gite di Bedous e finalmente……alla fine del vialone della statale, sulla sinistra l’albergo ad Accous in cui abbiamo cenato velocemente accontentandoci di quanto disponibile perché chiuso per turno e in paese non c’erano ristoranti disponibili……

da ACCOUS a URDOS  30-08
….visitato Borce con la chiesa che già prefigura il cammino e l’antico ospedale restaurato….a Urdos ambiente pirenaico con nebbia piovigginosa….ottima birra alla spina…ottima l’asciugatrice che ci ha restituito in perfette condizioni i capi lavati…..


Borce.Cartello segnaletico per pellegrini......

da URDOS a CANFRANC ESTACION  31-08
….visitato la stazione…rudere di dinosauro…un tempo trafficata con cambio treno per il diverso scartamento,ora abbandonata….cena in albergo con personale molto rigido nei tempi di accesso al ristorante….


Passo di Somport. Monumento al pellegrino.


Passo di Somport. Il valico


Passo di Somport. Cippo con i km per Santiago


Passo di Somport. Il sentiero


Canfranc Estacion. La stazione che negli anni '20 era la seconda di Spagna

da CANFRANC a JACA  1-09
….dopo lo yogurt bevuto a Castello de Jaca,pranzo in Jaca appena arrivati su un tavolino all’aperto sfidando la pioggia….il santo ci ha protetti….difficoltà nel trovare alloggio,ma alla fine ci siamo riusciti vicino alla Calle Mayor…cena superba con un asado strepitoso….


Villanua. Ponte medievale


Castillo de Jaca. Guado per pellegrini


Jaca. Il portale meridionale della Cattedrale


Jaca. L'abside romanica della cattedrale


Jaca. Monasterio de las Benites

da JACA a ST. CRUZ de la SEROS  2-09
….lungo il cammino trovato l’hostal addossato alla statale….lasciato zaino in camera e proseguiti leggeri per San Juan de la Pena….incontro con una francese “carrozzata” che alla domanda “siete pellegrini?”, avendo noi risposto "si", ci ha guardato molto dubbiosa….mais les baggages?.....


San Juan de la Pena. Monastero e chiostro


San juan de la Pena. Il portale del chiostro


San Juan de la Pena. I capitelli scolpiti del chiostro


San Juan de la Pena. Dettaglio di capitello


San Juan de la Pena. I monti che circondano il monastero

da ST. CRUZ a ARTIEDA  3-09
….colazione a S.Cilia de Jaca nel bar adiacente al rifugio omonimo….rifocillati con acqua e frutta da Francisco lungo la strada assolata….arrivati al rifugio di Artieda dove malgrado fossimo fuori orario la terribile Raquel ci concede un panino….cena in rifugio….incontrato amici che avremmo rivisto fino a Santiago…the flying dutchman….altri invece li abbiamo persi subito….i danesi….

da ARTIEDA a SANGUESA  4-09
….la cittadina si vede ma non si raggiunge mai….alla fine troviamo posto all’hotel Yamaguchi….molto giap….si celebra un matrimonio….si cena quando la baldoria “matrimoniale” si è spenta….

da SANGUESA a IZCO  5-09
….all’uscita di Sanguesa incontriamo per la prima volta lo spagnolo e la tedesca (veramente tedesca?Già vista a Undue de Lerda mentre si faceva “ispezionare” un piede da un pellegrino soprannominato per questo da noi come il “dottore”) mentre stiamo ammirando il portale della chiesa di S.Maria la Real….al rifugio di Izco troviamo facce note…l’olandese,i giovani tedeschi e l’austriaco conosciuti ad Artieda….e nuovi compagni….gli Heidelberg e i pellegrini con cane al seguito….le donne preparano pastasciutta per tutti….una festa malgrado la puzza dei piedi degli Heidelberg….


Parque eolico de Salajones


Il Camino verso Olaz

da IZCO a PUENTE LA REINA  6-09
….giornata terribile alla ricerca di un hostal, quelli elencati sulla guida erano tutti “serrado”…..costretti a camminare per 42km….visitato l’Ermita di Eunate….stupenda architettura templare….un cartello invita a non profanare la chiesa con “ricerche” esoteriche….qui è l’ultima volta che vediamo l’austriaco….finalmente, è oramai sera, troviamo un hostal nella Calle Mayor….un bell’albergo rural….poi comincia a piovere….


Ermita de Ntra. Sra. de Eunate. Veduta da oriente


Ermita de Ntra. Sra. de Eunate. Il colonnato

da PUENTE a ESTELLA  7-09
….altra giornata “memorabile” sotto l’acqua e pattinando nel fango….mi si rompe anche il bastone su un’erta salita scivolosa….altro segno?....lungo il cammino incontriamo il “dottore” e lo spagnolo solo….e lei?....attraversiamo Estella alla ricerca del sospirato hostal….lo troviamo e subito ancora con gli scarponi inzaccherati di fango a pranzo!....in albergo incontriamo per la prima volta i “francesi”….saranno con noi sul cammino per parecchi giorni….cerco un nuovo bastone…..mi dicono che a Villamayor c’è un artigiano….aspetterò….per recuperare le “forze” ci fermiamo due giorni……con concerto serale nella chiesa di S.Miguel e “bidone” al ristorante Navarra…..


Puente la Reina.Il ponte medievale


Estella. Chiesa di San Miguel: dettaglio del santo nel retablo


Estella. Chiesa di San Miguel: dettaglio del portale


Estella. Chiesa di San Pedro de la Rua


Estella. Chiesa di San Pedro de la Rua: interno con la colonna dei serpenti


Estella. Chiesa di San Pedro de la Rua: capitello del chiosro


Estella. Chiesa del Santo Sepulcro


Estella. Chiesa del Santo Sepulcro: dettaglio del timpano


Estella. Il ponte medievale sul Rio Ega

da ESTELLA a LOS ARCOS  9-09
…il monastero di Irache è chiuso….i tempi spagnoli fanno a pugni con le nostre esigenze di cammino....anche la “fontanella” del vino ci è nemica….per la prima volta incontriamo la “racchettera” e il suo uomo (?)….la rivedremo fino a Burgos e ci ossessionerà con il tric-trac delle due racchette “trascinate”….arrivati a Villamayor cerco l’artigiano ma trovo l’olandese…baci e abbracci…mi dicono che l’artigiano è al paese prima….nel frattempo mi offrono un “palo” umile…che fare?...il mio carattere è ancora poco francescano….mentre Max si riposa su una panchina,ritorno di corsa al paese appena passato….busso e suono finchè ancora il caso (!) mi mette di fronte all’artigiano…che vuoi?...un bastone rispondo…e lui: quello che hai in mano che è?E giralo con la parte grossa e robusta in basso per evitare di romperti la cabeza…e io:ma vorrei un bastone lavorato….lui:tieni guarda scegli sono tutti li accatastati,tutti pali….io:va bene tengo il mio….così col mio umile bastone finalmente a Los Arcos….gli hostal del nostro elenco sono tutti occupati,ma la fortuna è con noi….hanno appena aperto un hostal rural,il letto è assicurato….dopopranzo giriamo per il paese….fuori dalla chiesa di S.Maria incontriamo per la prima volta il triestino e un’amica,li rivedremo fino a Burgos….poi ecco l’olandese insieme ad una scozzese biancolatte non proprio babbiona….l’olandese offre gli aperitivi e poi ciao arrivederci….ci sdebiteremo in seguito….


Irache. Il monastero più antico di Spagna, risale al X sec.


Irache. La fuente del vino.....


Villamayor de Monjardin. Albergue dei pellegrini


Villamayor de Monjardin. La chiesa parrocchiale


Los Arcos. Statua della Vergine (XII sec.) nella Chiesa di Santa Maria


Los Arcos. L'organo della Chiesa di Santa Maria

da LOS ARCOS a LOGRONO  10-09
…ci alziamo presto siamo gli unici a far colazione….una ragazza sta lavando il pavimento….non vediamo in tavola il burro….io suggerisco “manzanilla” e questo genera una confusione tra noi e la ragazza,ma alla fine riusciamo a dire mantequilla e tutto si sistema….a Torres del Rio dopo aver scomodato la vecchietta che ha le chiavi visitiamo la chiesa del Santo Sepolcro con un passionale Cristo a 4 chiodi….a Viana c’è aria di fiesta e mentre ci gustiamo un boccadillo pensiamo che l’olandese non si lascerà sfuggire l’occasione….ecco Logrono… la strada in discesa passa davanti alla casetta di donna Felicia…la madre è stata una figura leggendaria del Camino e la figlia benché in età continua la tradizione…higos,agua y amor….ci fermiamo a bere una bibita….troviamo subito l’hotel….un po’ costoso…pranziamo in una via appartata di fronte ad un “ricco” negozio di frutta e verdura e ceniamo sempre all’aperto sul lungofiume…chiudiamo la giornata con un magnifico gelato…..


Torres del Rio. Nido di cicogna


Torres del Rio. Crocifisso a 4 chiodi nella Chiesa del Santo Sepolcro


Logrono. Nido di cicogna con inquilino


Logrono. Santiago Matamoros campeggia sulla facciata della Chiesa di Santiago

da LOGRONO a NAJERA  11-09
…usciamo da Logrono attraversando il parco della Grajera….a Navarrete ci gustiamo un suntuoso boccadillo con un jamon favoloso…a farci compagnia seduti ai tavolini al sole la “racchettera” e uomo più una nuova coppia che rivedremo a S.Domingo de la Calzada….lui lo soprannominiamo “Galliani”….identica faccia, identica pelata….parlando di quello che ci aspetterà sui Montes de Oca “Galliani” per enfatizzare che la salita sarà tranquilla usa il termina “soave” che da allora entrerà nel nostro vocabolario quotidiano…all’uscita da Navarrete sul muro del cimitero una lapide ricorda Alice de Graemer pellegrina belga morta nel 1986 travolta dal turbinoso traffico della statale che corre parallela al cammino…..entrando in Najera sulla parete di una fabbrica leggiamo la poesia di un parroco spagnolo dedicata al pellegrino…peregrino,quién te llama?.....nello stesso momento ci raggiunge il triestino solo che già avevamo visto in precedenza con la sua amica in difficoltà…. e l’amica?....ho una mia teoria….quella del coche…..in paese troviamo posto in un hostal che funge da dependance di un ristorante (o viceversa?) e manco a dirlo pure i francesi ci sono!


Pantano de Grajera. Cartellone pubblicitario


Najera. Il poema al pellegrino


Najera. Convento di Sta. Maria la Real

da NAJERA a S.DOMINGO de la CALZADA  12-09
…non ricordo avvenimenti particolari lungo il cammino…a S.Domingo troviamo da dormire in una “residenza per anziani”….un’anticipazione?....certo l’atmosfera è triste….l’hermana ci ricorda che alle 22.00 dobbiamo essere a nanna se no si dorme all’aperto……visitiamo la cattedrale e particolarità notevole scopriamo che in chiesa oltre al gallo e alla gallina ci sono anche i WC!.....ci beviamo una “cubata” nella piazza del Ayuntamiento e dopo cena a nanna presto, con l’hermana non si scherza……


Santo Domingo de la Calzada. Palazzo del Ayuntamiento


Santo Domingo de la Calzada. La Cattedrale


Santo Domingo de la Calzada. Lapide


Santo Domingo de la Calzada. I famosi polli in gabbia nella cattedrale

da S.DOMINGO a BELORADO  13-09
…ricordo una strada bianca infinita e un sole implacabile…..all’ingresso in paese siamo bloccati da un vecchietto che ci offre da dormire in una casa rural nuova di pacca,accettiamo volentieri….nel visitare il paese scopriamo che i francesi alloggiano nell’unico hostal a 3 stelle….fa da spia il loro furgoncino nel parcheggio….

da BELORADO a ATAPUERCA  14-09
…giornata “lunga” (30km) attraverso i Montes de Oca con l’Alto de La Pedraja (1.130 m sl/m) e l’arrivo a S.Juan de Ortega….il monastero ci balza incontro ad una svolta della strada nel fitto del bosco….lungo la ripida discesa una croce veglia dove avvenne un fatto di sangue della guerra civile… e infine l’arrivo ad Atapuerca sotto un cielo grigio…..paese triste come il tempo che incomincia a lasciar cadere gocce….notte terribile con tentativi di vomito……


San Juan de Ortega. Arrivando dai boschi.....


San Juan de Ortega. Il monastero

da ATAPUERCA a BURGOS  15-09
….deboluccio per la terribile nottata devo affrontare subito la salita attraverso la Sierra de Atapuerca (1.060 m), ma da lassù lo sguardo spazia sulla pianura di Burgos……già mi sento meglio ed il caffè con leche “grande” preso a Riopico mi rimette definitivamente in sesto….durante la discesa verso Riopico abbiamo scambiato qualche parola con un gruppo di spagnoli; il rais del gruppo che è di Madrid viene da noi soprannominato con poca fantasia il “madrileno”….faccio pipì nel wc delle donne…al pellegrino è concesso tutto, beh,quasi tutto….snervante l’attraversamento della periferia industriale di Burgos....troviamo alloggio in una pensione in un palazzo abbastanza vicino al centro….usciamo subito per la visita alla cattedrale e dintorni…..spediamo un primo gruppo di cartoline….alla sera cena e ricordo il pancino delizioso della cameriera….


Burgos. Portale della casa de los Condestables


Burgos. Lapide commemorativa di Cristoforo Colombo


Burgos. Monumento a "El Cid campeador" (Rodrigo de Vivar)


Burgos. Puerta y Arco de Santa Maria


Burgos. La cattedrale


Burgos. Portale della cattedrale


Burgos. Retablo della cattedrale

da BURGOS a HONTANAS  16-09
….usciamo presto e cerchiamo un bar per la colazione….troviamo un piccolo bar con una favolosa macchina per spremere le arance…..mentre stiamo finendo la nostra colazione entrano il triestino e la sua amica (più un’altra),ciao ciao loro tornano a casa…..addio arrivederci…..ci rifocilliamo ad Hornillos del Camino nella locanda di “Fernando Rey” (sputato come l’attore favorito di Bunuel)….ricordo un melone favoloso e che terminammo il pranzo con l’aguardiente della casa…ottimo….la vastità della meseta in certi momenti ci annichilisce….alla fuente San Bol Max si stende sul prato e non riesco a smuoverlo….meno male che ci pensano le mosche….nel vicino piccolo rifugio,sorpresa!,troviamo la tedesca….Max le chiede dov’è lo spagnolo e lei asciugandosi una lacrima ci dice “se ne ito”….c’est la vie…..finalmente dal sottosuolo sbuca Hontanas…..troviamo posto nell’hostal in faccia alla chiesa parrocchiale…..a cena in un tavolo vicino si siedono due tedeschi…con in mano il loro bravo dizionario cercano di capire cosa mangeranno…dopo cena risaliamo il cammino fino al piccolo cimitero e al buio ci facciamo risucchiare da un cielo stellato che invita alla pace e a perdersi nel suo infinito…..


Io e la vastità della meseta verso Hornillos del Camino


Hontanas. La piazzetta del paese


Hontanas. Il Camino attraversa il paese


Hontanas. Vecchia fontana

da HONTANAS a FROMISTA  17-09
…lasciata Hontanas lungo un sentiero che costeggia basse colline nel fresco della mattinata arriviamo alle rovine del convento di San Anton….imponenti rovine verticali rivolte verso il cielo quasi in una disperata supplica…..la statale scivola sotto un’arcata del monastero…..un gruppo di turisti appena sceso da 4 o 5 automobili si scalda al sole cercando l’inquadratura migliore per una fotografia “storica”….siamo nel regno della croce a tau….anche il sello che ci facciamo stampare sulla credencial ce lo ricorda…..ripreso il cammino arriviamo a Castrojeriz….lontano si stagliano le rovine del castello….andiamo a visitare la Collegiata di Nostra Senora del Manzano…..sullo spiazzo antistante la chiesa troviamo il “madrileno” del gruppo spagnolo di Riopico che ci avvisa che la chiesa-museo aprirà più tardi….c’è un bar….giocoforza un panino con caffè e leche “grande”….visitiamo il museo e soddisfatti ripartiamo….attraversiamo il paese….il sole incomincia a picchiare e in fondo al tratto pianeggiante che stiamo percorrendo si staglia “inquietante” la salita de la Cuesta de Mostelares….ad un tratto sotto un albero ombroso seduto tranquillo a mangiarsi un panino incontriamo un pellegrino di Lecco….saluti e non lo rivedremo mai più….incominciamo la salita….terribile….soffocante sotto il sole….cerco di mantenere un ritmo cadenzato…..inquadro davanti a me due persone boccheggianti…..sono i tedeschi di Hontanas!....uno di loro si è arrotolato un asciugamano sotto il cappellino da baseball facendolo cadere sulle spalle…un vero e proprio chepì….tedeschi,sole,deserto subito il soprannome è Afrika Korps….li supero e li lascio…sto per arrivare in cima finalmente quando con un rush finale Max mi supera al photofinish!Accidenti come ha fatto?....ci inoltriamo nell’ennesimo altipiano….camminiamo lungo la statale….la strada ha uno strappetto e arriviamo alla fonte del Piojo….seduti sul muretto dall’altra parte della strada due “pensionati” come noi stanno chiacchierando vicino alle loro biciclette….alla nostra domanda se l’acqua è buona la risposta è che non solo è buona ma anche salutare….risposta che noi giriamo ad una pellegrina che arriva poco dopo….scendendo giungiamo all’Ermita de San Nicolas,ci guardiamo attorno,non vediamo nessuno….siccome ci dispiaceva andarcene senza sigillo visto che il rifugio era gestito dalla Confraternita italiana di S.Jacopo, bussiamo al portone chiuso e “minaccioso”…..ma ecco che con circospezione si apre….ed ecco marito e moglie di Vicenza che ci fanno entrare e subito richiudono il portone…..stavano preparandosi ad uscire e andare in paese per la spesa e per questo era tutto chiuso….ma siamo italiani e siamo i benvenuti…..un caffè espresso….e Max racconta i suoi 2000 e passa chilometri suscitando l’interesse dei due nostri interlocutori….”ci deve mandare il suo diario quando è pronto…deve venire a Perugia….”…ringraziando lasciamo il rifugio,attraversiamo il rio Pisuerga e raggiungiamo il paese di Itero de la Vega….cerchiamo un posto per mangiare….prima un bar di tifosi di “erba” da cui prendiamo le distanze,poi finalmente un piccolo negozietto dove avevano già comprato vettovaglie per il rifugio i nostri di Vicenza…compriamo qualcosa nel negozietto e sotto un ombrellone all’esterno ci accingiamo a consumare il nostro pranzo…..rifocillati proseguiamo e all’ingresso di Boadilla del Camino ci fermiamo a bere qualcosa dai distributori automatici dell’albergue…..Max intavola un discorso con un vecchietto (anche lui pensionato?) che si riposava all’ombra….ricordo vagamente un pozzo con un sistema a ruota per far salire l’acqua…..poi via per la nostra meta quotidiana…Fromista….costeggiamo per un lungo tratto il Canal de Castilla e ad un certo punto ci accorgiamo che dietro di noi si muovono le sagome inconfondibili dei francesi…l’orgoglio ci sprona….con sollievo entriamo in Fromista e subito ci balza incontro la sagoma tozza e solida della chiesa di San Martin….il sollievo si tramuta in “disperazione” quando le porte di tutti gli hostal ci si chiudono in faccia….oramai convinti di dormire all’albergue in uno stanzone “maleodorante”, stiamo cercandolo quando l’occhio ci cade sull’ingresso di una casa rural….con la forza della disperazione suoniamo e la fortuna ci sorride!Riusciamo ad ottenere un appartamentino con tanto di lavatrice….facciamo felici il nostro bucato,stendiamo al sole le nostre masserizie e poi usciamo in vita…andiamo a visitare il museo della chiesa di San Martin e poi al ristorante del miglior albergo della cittadina: una lauta cena (se ricordo bene mangiai dei funghi eccezionali) e poi a nanna….ah, ovviamente i francesi pernottavano in questo albergo…..


Casrojeriz. Ruderi dell'antico convento di San Anton


Castrojeriz. Convento di San Anton


Castrojeriz. La Collegiata di Nuestra Senora del Manzano


Castrojeriz. Attraverso il paese


Castrojeriz. Lontano la collina di Mostelares


Fròmista. Chiesa di San Martin


Fròmista. Navata della chiesa


Fròmista. Chiesa di San Martin: capitello del peccato originale

da FROMISTA a CARRION de los CONDES  18-09
…appena partiti ci si para innanzi la piatta Tierra de Campos….camminiamo paralleli alla statale…picchetti con il simbolo della conchiglia ci indicano la via…il sole batte…..all’ingresso di Revenga de Campos una visione da sogno, un miraggio….bibite!...e anche companatico…..sedie,tavolini su un praticello verde….dopo il “giusto” riposo via di nuovo in cammino verso Carrion….doverosa fermata a Villalcazar de Sirga deviando a destra dal cammino raggiungiamo la chiesa di Santa Maria la Blanca…..entrando noto delle persone che ascoltano quello che da una prima impressione in lontananza sembra un prete impegnato in un’omelia che cattura l’attenzione del gruppetto di fedeli,macché…..é il profeta della religione del XX° secolo…New Age….finita la concione gli adepti schizzano per la chiesa con in mano due ferretti…..cercano forze soprannaturali che li portino in mondi lontani,nel passato, nel futuro…?.....ricordo il libro di Shirley MacLaine e il cartello ammonitore esposto sul muro dell’ermita di Eunate….vedendo poi il parroco che conversa affabilmente (molto) con il “predicatore” ne deduco che qui a Santa Maria la Blanca gli ammonimenti di Eunate non valgono…..un pensiero maligno mi s’intruffola nella mente: che decima avrà incassato il parroco…?Usciamo all’aria aperta ad ammirare l’imponenza architettonica della chiesa…qualche fotografia e via in cammino verso la nostra destinazione finale per oggi…alla fine ecco Carrion….Max come in altre occasioni sciorina i ricordi del nostro precedente pellegrinaggio in bicicletta….io faccio fatica….in qualche caso buio pesto….cerchiamo prosaicamente un posto dove poter passare la notte…tutto occupato….ci si paventa davanti una nottata al chiaro di luna (ricordo che c’era), quando due vecchiette forse commosse dalle nostre difficoltà, ci indicano un collegio di suore che per l’occasione funziona da rifugio per pellegrini (si chiama Colegio del Espiritu Santu)…entriamo e la suora che compare al nostro ingresso, ci rassicura: "si c’è posto,ci sono letti a iosa"….felici saliamo le scale dell’edificio che l’hermana ci ha mostrato….prendiamo possesso del primo stanzone che contiene una quindicina di letti….siamo gli unici occupanti assieme ad uno spagnolo che avevamo già visto in precedenza e che la suora chiama il “malaguegno” (e questo sarà il nome con cui lo battezziamo e che useremo per identificarlo nei giorni che ci capiterà di incontrarlo di nuovo)….noi siamo nel primo e lui nel secondo dei quattro stanzoni dell’edificio dedicato a rifugio…paghiamo alla suora l’obolo per la notte: 8 €….per dare il buon esempio mettiamo gli scarponi fuori nel corridoio, ispezioniamo e proviamo docce e gabinetti, facciamo il bucato, stendiamo i nostri panni al sole e soddisfatti ci prepariamo ad andare a pranzo quando improvvisamente rompe la nostra solitudine una pellegrina che si sistema nel nostro stanzone…..si presenta…ci presentiamo….si chiama Patricia, è brasiliana (ma non ha le grazie muliebri che hanno reso famose le sue conterranee…) ed è felicissima di aver trovato un tetto…anche lei oramai disperava…dalla contentezza ci offre dei biscottini….sarà saltuariamente nostra compagna per un tratto del cammino….a pranzo in un ristorante che abbiamo incrociato entrando in Carrion c’è anche lei Patricia….rientrati in collegio scopriamo quanto paventavamo….il rifugio lentamente si sta riempiendo di pellegrini…ci concediamo un pisolo (Max “deve” sempre farsi un pennichella pomeridiana), lui nel letto , io in cortile al sole…. alla fine decidiamo di uscire….andiamo prima al Convento di Santa Chiara….seguo il cartello che indica dove acquistare i biglietti d’ingresso, ma mentre entro nel bugigattolo per adempiere alla mia missione rimango folgorato!....uno stupendo “palo” ammicca verso di me….comprarlo,non comprarlo…..questo è il problema…chiedo a Max se posso concedermi questo atto di pura vanità, abbandonando con disprezzo il povero bastone che mi ha sorretto con devozione negli ultimi 10 giorni…..ottengo il suo beneplacito e così rincuorato e perdonato procedo all’acquisto….stupendo…il manico presenta una curvatura degna del Canova….visitiamo la chiesa che contiene una bella pietà e poi scorazziamo per le viuzze…..dal ritorno non c’è più un letto libero….si sono accampati nell’ultimo stanzone anche un gruppo di boy-scouts tedeschi…metto in un angolo il vecchio palo e il moncherino ricordo della terribile giornata di fango da Puente a Estella,addio….ho un po’ di rimorso….negli stanzoni intanto è baraonda,putiferio fino a notte inoltrata,chi protesta che vuol dormire (inclusa Patricia che se ne uscirà presto l’indomani),chi discute di percorsi alternativi….poi verso mezzanotte subentra la calma che preannuncia il brontolio notturno in crescendi rossiniani del russamento da spossatezza biblica….


Villalcazar de Sirga. Chiesa di Santa Maria la Blanca


Villalcazar de Sirga. Interno della chiesa


Villalcazar de Sirga. Navata con in fondo il gruppetto dei "cercatori di forze"


Villalcazar de Sirga. Retablo


Carriòn de los Condes. Lo stanzone dove abbiamo trascorso la notte


Carriòn de los Condes. Chiesa di Santa Maria del Camino


Carriòn de los Condes. Chiesa di Santiago


Carriòn de los Condes. Arti e mestieri sul portale della chiesa di Santiago

da CARRION de los CONDES a CALZADILLA de la CUEZA  19-09
…lasciamo sul presto il “rifugio”per evitare la bolgia dantesca dell’assalto a docce e gabinetti… naturalmente qualcuno ci ha già preceduti,Patricia e altri…ci fermiamo in un bar vicino per la nostra solita colazione e poi “adelante”…ci aspettano altri 17 km di solitudine e sole…nel tratto iniziale davanti a noi scorgiamo i boy-scouts della sera prima…li raggiungiamo e li superiamo con il classico saluto tra pellegrini “Buen Camino”e “Egualmente”…superiamo il rio Carrion e ad un tratto proprio fra i piedi ci attraversa la strada un gambero di fiume…ci fermiamo sorpresi,nel frattempo ci raggiungono i boy-scouts che estatici fanno crocchio attorno al gambero…ci allontaniamo e ci lasciamo inghiottire dalla meseta che si chiude all’orizzonte con un cielo cobalto…niente anima il paesaggio…qualche ciclista,una macchina “Estrella del Camino”…finalmente dal pianoro apparentemente sconfinato,sbuca il campanile della chiesetta del cimitero di Calzadilla de la Cueza…troviamo alloggio in un hostal in fondo al paese…prima di cena facciamo un giretto fino al rifugio per apporre il sigillo sulla credencial e poi ritornati in albergo ci prendiamo un aperitivo al sole che ancora scalda…vediamo che i boy-scouts si sono anche loro fermati vicini al nostro hostal e si stanno preparando per la cena…nel nostro hostal c’è anche Patricia con alcuni amici di viaggio…a cena siamo in una tavolata con altri pellegrini…olandesi, tedeschi e francesi…questi ultimi marito e moglie viaggiano in bicicletta, il marito su uno strano trabiccolo bici più carretto porta bagagli, tenda e accessori…li incontreremo ancora…dopo cena io e Max ci concediamo un superbo Gran Duque de Alba…fantastico…ultimo giro di Max per controllare dove pensavano di dormire i boy-scouts, ma non c’erano!Spariti…sarà anche l’ultimo giorno che li abbiamo visti:come tanti altri persi lungo il Camino…saliamo le scale e poi a letto…domani è un altro giorno…


Carrion de los Condes. Il Paramo de Carrion verso Calzadilla de la Cueza


Calzadilla de la Cueza. Ingresso del Camino in paese


Calzadilla de la Cueza. Attraversando il paese


Calzadilla de la Cueza. Albergue dei pellegrini

da CALZADILLA de la CUEZA a SAHAGUN 20-09
…usciamo in ora antelucana dal paese e alla luce della torcia elettrica cerchiamo con difficoltà le frecce gialle…il sentiero costeggia la statale fino a Lédigos dove possiamo ammirare uno stupendo “palomar”….passiamo Terradillos de Templarios e sempre sotto un sole dardeggiante arriviamo alla periferia di Sahagun…..costeggiamo il rio Valderaduey in cerca di un guado che ci porti sull’altra sponda e finalmente troviamo un vecchio ponte sassoso che non solo ci permette di attraversare il fiumiciattolo ma anche di arrivare all’Ermita de la Virgen del Puente…nello spiazzo antistante la chiesina troviamo una pellegrina che quasi subito si incammina verso Sahagun mentre noi stiamo ancora “perlustrando” il luogo cercando se sia possibile visitare l’Ermita…..ovviamente è tutto sbarrato….decidiamo quindi di riprendere il cammino verso la cosiddetta “Cluny di Spagna”….entriamo in Sahagun e mentre costeggiamo il muro della chiesa della Trinidad,ora trasformata in rifugio,ci balza incontro inaspettato l’edificio dell’hotel/ristorante “La Codorniz”….è un’occasione ghiotta che non ci lasciamo sfuggire…entriamo a chiedere e con grande soddisfazione troviamo un “tetto” anche per questa notte...pranziamo in hotel e mentre aspettiamo di essere serviti scopriamo che alloggia con noi anche Patricia che si era “avvinta” a due anziani coniugi in una conversazione senza respiro…..dopopranzo ci dedichiamo alla visita di questa bella città sede di una delle più importanti abbazie del camino….la prima chiesa che andiamo a visitare è chiusa malgrado che la locandina degli orari sentenzi diversamente….grande sconforto che si ripercuoterà su tutto il resto della giornata: i resti del monastero benedettino di San Benito coventrizzato in una fiammata distruttrice dai contadini vessati dalle decime, la chiesa di San Tirso, il museo delle Madri Benedettine da cui verremo esclusi perché aperto solo per visite guidate e lo spettrale convento francescano de la Pelegrina diventato luogo di allenamento per un solitario arciere….alla sera cena sempre al ristorante La Codorniz e poi a nanna, ma prima Patricia ci chiede se può aggregarsi a noi perché l’uscita da Sahagun è mal segnalata….


Lédigos. Il palomar


Sahagun. Ermita de la Virgen del Puente


Sahagun. Chiesa di San Lorenzo


Sahagun. Arco di San Benito


Sahagun. Chiesa ddi San Tirso


Sahagun. Convento francescano de la Peregrina

da SAHAGUN a EL BURGO RANERO  21-09
….con Patricia al seguito troviamo la via giusta per raggiungere il Puente de Canto sul rio Cea da cui si esce dalla città…qui si svolse la battaglia tra il re musulmano Aigolando e l’esercito di Carlo Magno,i morti furono molti e la leggenda narra che le lance dei cristiani morti piantate in terra fiorirono….il cammino si snoda in un paesaggio piatto e il sentiero è “recintato”da una serie di giovani alberelli che non schermano il sole implacabile….forse se ripasseremo di qui nel 2010 (ci sarò,riuscirò?) troveremo l’ombra che oggi manca….è una tappa corta e arriviamo abbastanza presto a El Burgo Ranero….la Calle Real ci accoglie con le finestre sovraccariche di gerani….dobbiamo fare un lungo giro per il paese ma alla fine troviamo un alberghetto nuovo con una cameretta in mansarda…è l’Hostal el Peregrino…lo ricordo perché la padrona ci regalò una biro appena arrivati…Max fa la sua solita pennichella e io invece giro un po’ per il paese poi mi siedo su una panchina che da sulla piazza del paese a vedere il va e vieni degli abitanti….verso sera andiamo a visitare la chiesa di San Pedro che benché chiusa viene miracolosamente aperta da un gentilissimo paesano….Max scopre che dietro al rifugio per pellegrini dedicato all’italiano Domenico Laffi pernottano nella loro tenda i francesi che abbiamo conosciuto a Calzadilla de la Cueza….quache volta ci si rincontra…


Sahagun. Di prima mattina il Puente de Canto sul Rio Cea


El Burgo Ranero. Albergue dei pellegrini dedicato a Domenico Laffi


El Burgo Ranero. La dedica.....


El Burgo Ranero. Chiesa di San Pedro


El Burgo Ranero. Gerani sulla Calle Real

da EL BURGO RANERO a LEON  22-09
…è una tappa lunga e faticosa,ben 37 km…da El Burgo Ranero fino a Mansilla de las Mulas il cammino si ripete sulla falsariga del giorno prima….usciti da Mansilla de las Mulas dal ponte sul rio Elsa,ricordo che il sentiero diventava una sorta di carrareccia che costeggiava la statale pur rimanendone protetto e diviso da una vegetazione abbastanza folta…entrati in Leon attraverso il Puente Castro,dopo aver pranzato,siamo stati presi dall’ossessione di trovare alloggio e così abbiamo accettato due camere di una pensioncina un po’ squallida….le camere non avevano finestre ma davano solo su un corridoio interno….il peggior alloggio del Camino proprio quando avevamo deciso di fermarci 2 giorni per visitare meglio questa stupenda città di origine romana (sic)…a pomeriggio inoltrato ci siamo diretti verso la Cattedrale avendo così la possibilità di ammirare il Palazzo di Gaudì (molto bello), il palazzo dell’Ayuntamiento, la Calle Ancha paragonabile alle nostre vie dello “struscio” e infine la piazza della Cattedrale di Santa Maria de la Regla….dopo aver ammirato il portale della Cattedrale e non di più perchè chiusa, decidiamo di berci un fantastico cuba libre seduti ad un tavolino di un caffè con vista sullo struscio e sulla cattedrale…poi a cena e turandoci il naso andiamo a dormire pregustando le meraviglie di domani….il giorno dopo 23-09 mattinieri ci incamminiamo verso la Cattedrale….in attesa che il portone si apra ai visitatori aspettiamo pazienti sulla piazza antistante….la mattinata è piuttosto fresca….faccio osservare a Max che forse dovrebbe coprirsi un po’ di più….non mi dà retta….finalmente possiamo entrare, visitiamo le sue navate e ammiriamo le sue splendide vetrate, poi decidiamo di vedere il cortile interno con il portico e vecchi bassorilievi incastonati lungo i lati e da ultimo il suo museo….il museo assai interessante è suddiviso in diversi settori, che vengono sempre chiusi una volta che il gruppo di visitatori ne è entrato….vedo che Max è piuttosto come svagato, scarsamente interessato alle opere raccolte nelle varie sale….questo suo scarso “interesse” raggiunge il diapason quando ci viene mostrato il martirio di San Serapione con l’estrazione dei visceri…prima di uscire dalla Cattedrale compro al botteghino un pesante pendaglio in bronzo dorato con incisi il pellegrino, la conchiglia e la dedica all’anno santo….fuori sul piazzale Max mi dice che deve assentarsi un attimo, sparisce, dopo un po’ ritorna e a quel punto mi dice che non sta bene e che preferisce ritornarsene alla “maledetta” pensioncina…rimasto solo mi metto a girovagare per il centro storico ed ho così l’occasione di vedere da un antiquario un magnifico Santiago Matamoros che giudico però un po’ troppo ingombrante…..visito San Isidoro ma non posso entrare nel Pantheon Real perché già intasato da visite guidate….mangio qualcosa e poi me ne ritorno alla pensioncina anche per controllare come sta il malato…la mia stanzetta è adiacente alla sua ma non un sospiro, non un lamento, solo un silenzio di tomba….comincio a preoccuparmi….verso sera esco e vado a San Isidoro ma con mio gran rammarico il Pantheon è chiuso….sarà forse per un’altra volta…decido allora di bermi un cuba libre mentre osservo lo struscio delle bellezze locali….quando rientro nella mia soffocante cameretta mi azzardo a chiedere "come va?", la risposta è abbastanza rassicurante, ci diamo appuntamento per il giorno dopo e …buenas noches….domani sara ancora un altro giorno…in meglio spero….


Leon. Di sera Palazzo opera di Gaudì


Leon. Palazzo del Ayuntamiento


Leon. La Cattedrale


Leon. Calle Ancha e il rito dello "struscio" che vi si consuma ogni sera.....


Leon. La Cattedrale vista dal chiostro il mattino dopo

da LEON a VILLADANGOS del PARAMO  24-09
…pronti ed equipaggiati io e Max ci ritroviamo nel corridoio della pensioncina…”lui” mi sembra abbastanza messo bene….paghiamo ed usciamo finalmente da quel posto claustrofobico e facciamo colazione in un caffè nel tratto che porta all’hostal e monastero di San Marcos, antico monastero oggi trasformato in hotel di lusso….attraversiamo il rio Bernesga e seguendo le frecce gialle sui marciapiedi e in mezzo al traffico del primo mattino cerchiamo di lasciarci alle spalle la periferia di Leon…quasi fuori, in un tratto in leggera salita sull’uscio di una “tienda” di alimentari (si fa già una birra?) incontriamo il nostro amico olandese Alex….ciao,ciao pacche e abbracci…l’ultima volta che ci siamo visti è stato quando?a Los Arcos? in ogni caso tanto tempo fa….ci lasciamo felici dell’incontro e io e Max proseguiamo verso il santuario della Virgen del Camino oramai quasi fagocitato dalla periferia di Leon….arriviamo all’attuale santuario costruito negli anni ’60 sui resti dell’originale nel luogo dove la Madonna apparve ad un pastore….entriamo e andiamo a chiedere il “sello” ad una gentile suorina che non appena si accorge che siamo italiani contenta ci dice che lì c’è un padre che parla italiano….è un lampo ma qualcosa si muove in me….mi avvio verso l’altare per meglio vedere la pietà che è il simbolo del santuario…una pietà molto particolare con il Cristo che sembra scivolare dalle mani di Maria ,quasi che lei non riuscisse più a sorreggerlo per il dolore e la stanchezza….ritorno lungo la navata laterale verso l’ingresso e lì vedo Max che parla con un padre domenicano…. è il padre che parla italiano e che sta spiegando a Max come sia vissuto per parecchi anni a Roma prima di ritornare da poco in Spagna…appena sento che è stato padre confessore in Santa Maria Maggiore a Roma il rimescolio di prima sale in superficie e d’improvviso chiedo di potermi confessare…è stata una liberazione che mi ha reso immensamente felice….dopo prima di lasciare definitivamente il santuario compro a ricordo dell’evento un “pin” che va ad aggiungersi alla mia collezione di questo viaggio…beviamo l’acqua alla Fuente el Canin e c’incamminiamo leggeri (almeno io) verso Villadangos del Paramo….il sentiero costeggia la statale fino al paese….prima di entrarvi ci si para dinnanzi un hotel molto bello…decidiamo di entrarvi ma è inutile,è chiuso,ma un avviso ci invita a citofonare ad un hostal più avanti,cosa che facciamo….in breve arriva una cameriera che ci informa che l’hotel è vuoto,noi siamo per ora gli unici clienti….prendiamo possesso della nostra camera,pranziamo e ceniamo all’hostal (che è un tutt’uno con l’hotel) e nell’intervallo ci riposiamo perché non c’è niente da vedere tranne il pàramo,la campagna leonense che si perde all’orizzonte…


La Virgen del Camino. La Pietà all'interno del Santuario


La Virgen del Camino. Fuente el Canin

da VILLADANGOS del PARAMO ad ASTORGA  25-09
…facciamo colazione, attraversiamo il paese e riprendiamo il sentiero che corre sempre lungo la statale…al Puente de Orbigo la leggenda che sempre è viva lungo tutto il cammino ci ricorda una sfida cavalleresca lanciata da don Quinones perché “prisionero de amor de una dama”, nei confronti di qualsiasi cavaliere avesse voluto attraversare il “paso” che da allora è detto anche “paso honroso”…un cippo in mezzo al ponte ricorda il fatto…. dopo il ponte sulla sinistra prendiamo il sello della giornata in un negozio di alimentari, devo dire un bel sigillo…sempre costeggiando la statale o attraversandola con la strada che sale e scende, con un panino e coca presi in una stazione di servizio, alla fine di questa lunga tappa arriviamo ad Astorga….”circumnavighiamo” il centro storico e sulla strada che esce verso Ponferrada (Avenida Ponferrada) troviamo un hostal che di aspetto ci convince (Hotel Restaurante CORUNA) ed il cui sigillo del “Camino de las Estrellas” facciamo apporre sulle nostre credencial…visitiamo la città…il Palacio Episcopal di Gaudì adiacente alla cattedrale con la figura di Pero Mato che svetta su uno dei suoi pinnacoli, il Palacio del Ayuntamiento che in qualche maniera ricorda Gaudì….Max compra un maglioncino (in saldo ovviamente) in previsione di vento e neve che ci assaliranno con l’avvicinarsi dell’autunno…scopriamo che nella cattedrale ci sarà un concerto d’organo e quindi ci proponiamo di parteciparvi….alla fine del concerto mentre sfolliamo tre suorine ci fermano…sono italiane,ma guarda…da dove venite ci chiedono…da Milano… pazienti ripetono la domanda: "da dove avete iniziato il cammino?"…la risposta di Max non cambia:Milano….una delle tre a questo punto esplode in un: ”Non ci credo” scatenando la reazione del tranquillo valtellinese che sciorina la sua raccolta di sigilli lunga qualche metro…la stessa sera ci siamo fatti un piatto “sovranamente“ indigesto (colpa anche del ristorante?): il polpo alla gallega…questa volta elevati dalla musica,ma appesantiti dal polpo mi addormento sognando un bus che ci porti a Santiago….


Hospital de Orbigo. Il Puente Honroso


Hospital de Orbigo. Cippo commemorativo dell'impresa di Suero de Quinones


Astorga. Su un pinnacolo della cattedrale la statua di Pero Mato


Astorga. Palacio Episcopal opera di Gaudì


Astorga. Palazzo del Ayuntamiento


Astorga. Orologio del Palazzo del Ayuntamiento


Astorga. Notturno del Palacio Episcopal

da ASTORGA a RABANAL del CAMINO  26-09
…ci incamminiamo e a El Ganso alla Meson COWBOY ci facciamo un panino con caffè con leche “grande”…qui El Ganso è stata soprannominata Gansas City da un avventore spiritoso e un po’ bevuto che ha anche fatto allusioni a “sniffate”che si farebbero a Manjarin nel piccolo rifugio subito dopo la Cruz de Hierro….rifocillati ripartiamo ed arriviamo a Rabanal….al primo hostal che incontriamo,chiediamo e ci vengono date due belle camere….pranziamo….solito riposino…e poi visita del paese con inclusa la chiesa parrocchiale di Santa Maria e il piccolo monastero di San Salvador con i due monaci benedettini che ci appongono il secondo sigillo del giorno….diamo un occhiata anche al rifugio per vedere se tra i pellegrini ci fossero Alex e/o gli Heidelberg, ricerca inutile….nella parte alta del paese c’è uno spiazzo verde con sedie che invitano al relax….prendiamo un po’ di sole mentre Max riprende il suo taccuino e aggiorna gli appunti di viaggio…nel salire allo spiazzo siamo passati davanti ad un ristorante che ci intriga, decidiamo che lì gusteremo la nostra cena e poi a letto…


El Ganso. Ristoro per pellegrini.......


El Ganso. La chiesa del paesino


Rabanal del Camino. Chiesa parrocchiale

da RABANAL del CAMINO a MOLINASECA  27-09
…lasciata Rabanal dopo qualche chilometro di salita arriviamo a Foncebadon….tristi e paurose rovine di quello che fu nel medioevo un grande centro per pellegrini…nell’attraversare quei muri sbrecciati e anneriti dal tempo un ululare di cani mi riempie d’improvvisa ansia e nella mente riaffiora il ricordo del racconto di Shirley Mac Laine con i cani “indemoniati” che la “cercavano”…. riusciamo però a superare il paese e più tranquillo affronto gli ultimi strappi che ci portano ad uno dei punti di riferimento del cammino: la Cruz de Hierro…il paesaggio circostante rispetto al pellegrinaggio fatto in bicicletta nel ’90 è molto cambiato….la zona ondulata dietro alla cappella allora brulla oggi è stata completamente rimboscata….al posto del pellegrino tedesco che incontrammo nel ‘90 seduto sulla panca esterna della cappella, oggi vediamo sorpresi Alex…ancora una volta pacche mano sulla mano, fotografie in ricordo di noi tre con sullo sfondo la Croce….siamo a 1500 metri d’altezza ma non è ancora il traguardo della montagna di questa giornata, ci aspetta ancora uno strappo e poi discesa fino a Molinaseca… gettiamo nel mucchio di pietre alla base della Croce il sasso che quasi un mese fa (come sembra tutto lontano e quasi irreale) abbiamo raccolto al Passo di Somport proprio per portarlo sino a qui, sperando che il suo peso possa far inclinare la bilancia del giudizio finale dalla parte della gioia dei cieli come suggeriscono le parole che un ignoto pellegrino ha lasciato scritte sul muro della cappella…salutiamo Alex che si ferma ancora un po’ e poi via…si scende…arriviamo a Manjarin, al rifugio “templare”, quello citato a El Ganso….troviamo una concentrazione inaspettata di gente…una troupe francese sta girando un film sul pellegrinaggio….finti pellegrini carichi come muli solo per i 6 o 7 metri davanti alla macchina da presa, poi sdraiati beati a fumarsi ….una sigaretta…Max vuole il sello del rifugio, facciamo per entrare ma è impossibile, sembra di essere sulla metropolitana all’ora di punta…dal fondo emergono due figuri con vesti bianche e croci rosse sul petto…i famosi templari!Quello che sembra il capo inzia un concione sulla pace, le donne di Gerusalemme invitate ad uscire nelle strade ed altro che non ricordo….mi siedo all’esterno aspettando che il comizio finisca…ma il tempo passa ed il templare non smette…decido di riprendere il cammino anche se non posso avvisare Max che è stato risucchiato all’interno del rifugio, lo aspetterò più avanti… dopo un tratto di strada asfaltata la freccia gialla indica un sentierino di montagna che si stacca e riprende a salire….ad un tratto sul sentiero davanti a me si staglia uno strano gruppo: uomo, donna e bambino…quest’ultimo dentro una carrozzina a due posti che ricorda come forma qualcosa degli anni venti e con il posto del gemello pieno di “masserizie”…con fatica la carrozzina viene spinta sul sentiero tra sassi, pianticelle e radici che lo ingombrano…..incoscienza o fede?...quando,fanno sosta in un punto dove il sentiero interseca la provinciale,li supero, li saluto “buen camino” e riprendo la salita…non li rivedrò mai più… poco prima di raggiungere il punto più alto di oggi e di tutto il cammino (1517 metri) invece incontro di nuovo due signore canadesi che avevamo conosciuto per la prima volta a Sahagun,all’hotel La Codorniz….capiterà ancora di vederle…. con qualche rimorso per aver abbandonato Max mi metto a segnare in “grassetto” nei tratti larghi del sentiero “adelante Max” perché sappia che siamo vicini…nella successiva discesa decido poi di fermarmi e di aspettarlo….finalmente riuniti riprendiamo la discesa e in un punto in cui il sentiero taglia la provinciale vediamo per l’ultima volta la coppia francese conosciuta a Calzadilla de la Cueza; il loro trabiccolo giaceva sfasciato in mezzo alla strada, si era sganciato il “ponte” che legava la bicicletta al carrettino….ciclisti e personale della troupe francese tutt’intorno ai due pezzi del trabiccolo per cercare in qualche modo di rimettere in sesto la “macchina”….salutiamo i francesi e poi visto che c’era già un sacco di esperti che dava idee su come riattaccare i due pezzi, riprendiamo il nostro cammino….arriviamo a El Acebo che nel ’90 in bicicletta avevamo attraversato in “tensione” (almeno io) per la notevole pendenza della strada anche scivolosa….passiamo davanti come allora al monumento al ciclista tedesco che qui morì….all’uscita del paese ci fermiamo in un negozio di alimentari per un panino e per farci mettere il sello del giorno ed è qui che vedo un gattino che è il clone di Nemo, faccio una foto ricordo con il cellulare…. nella discesa verso Molinaseca passiamo attraverso una zona “bruciata” da un incendio che deve essere stato spaventoso: è un susseguirsi di mozziconi neri di alberi…il paesaggio è molto deprimente,ed è forse l’ambiente che fa “collassare” Max che ad un certo punto si sdraia sull’unico tappetino di verde in mezzo a tutta quella carbonella e non vuole più alzarsi…devo mettere in scena arti ammaliatrici facendo scorrere davanti ai suoi occhi visioni di bicchieri colmi di birra gelata,letti morbidi,docce fresche e corroboranti….alla fine si alza e possiamo riprendere il cammino….e così arriviamo al ponte romanico sul rio Meruelo ed entriamo a Molinaseca….anche in questo caso abbiamo fortuna e troviamo un letto e un tetto subito,anche se la camera da su un cortile dove un ragazzotto spreca il suo tempo dando gas a ripetizione al suo scooter….prima di chiudere la giornata andiamo al rifugio che è all’uscita del paese per cercare qualche amico del cammino : Alex, gli Heidelberg…ma non troviamo nessuno….a domani allora….


Cruz de hierro. Io,Max e Alex in posa in uno dei punti "cult" del Camino


Cruz de hierro. Dettaglio degli oggetti lasciati alla base della croce


Cruz de hierro. Cappella di Santiago


Cruz de hierro. Il cumulo di pietre portate dai pellegrini per chiedere protezione nel viaggio


Cruz de hierro. Oracion de la Cruz de Hierro


Molinaseca. Il ponte romanico sul rio Meruelo


Molinaseca. Chiesa di San Nicolas

da MOLINASECA a CACABELOS  28-09
…partiti da Molinaseca arriviamo a Ponferrada capitale del Bierzo e presidio templare nel XII secolo….e subito è il castello a venirci incontro possente, maestoso; vorremmo visitarlo ma come già molte volte in passato siamo fuori orario…Max si consola dicendo che l’abbiamo già visitato nel ’90, io di sicuro non ricordo niente….costeggiamo le sue mura imponenti per entrare in città e incrociamo un punto di appoggio per pellegrini, entriamo e andiamo a sinistra (errore!), nell’ufficio una donna antipatica fa fatica a darci un sello miserevole; usciamo e l’occhio cade su un altro ufficio quasi in faccia al precedente, ma un po’ più appartato; ci precipitiamo, troviamo un sigillo più bello e anche il pin di Ponferrada…riconciliati entriamo in città, passiamo sotto l’arco della Torre del Reloj ed entriamo nella monumentale piazza con il Palacio del Ayuntamiento e la basilica della Nuestra Senora de la Encina…..la piazza brulica di studenti….ci ristoriamo con un caffè con leche ovviamente grande in un bar e poi riprendiamo il cammino….a Fuentes Nuevas lungo la strada che attraversa il paese vediamo sulla nostra sinistra una posada che si chiama “Taberna Mateo”…non possiamo non fermarci,già avevamo un languorino e poi con un nome così…l’ostessa è molto simpatica, ci facciamo apporre sulla credencial il sigillo della casa, poi ci sistemiamo su uno dei due tavoli all’aperto e ci facciamo subito una birra muy fria…..siamo quasi a fine pranzo quando spunta la figura dinoccolata di Alex, si sistema sull’altro tavolo, gli offriamo una birra e poi lo lasciamo,il cammino ci chiama….giornata piena di sigilli: tre!....giungiamo infine a Cacabelos nostro fine tappa….troviamo un hostal lungo la strada, ci facciamo una doccia e riposiamo un po’…Max è alquanto distrutto….io esco, faccio un giro per il paese, mi siedo su una panchinain una piazza pensionato tra pensionati, visito il santuario della Virgen de las Angustias ma non riesco a trovare il quadro di Gesù Bambino che gioca a carte con Sant’Antonio da Padova, dispiaciuto ritorno all’hostal, è ora di cena, Max si alza finalmente e andiamo a cercarci una trattoria….


Ponferrada. Il castello templare


Ponferrada. L'Arco del Reloj


Ponferrada. Palazzo del Ayuntamiento

da CACABELOS a LA PORTELA DE VALCARCE  29-09
…. Villafranca del Bierzo posta all’inizio della valle del rio Valcarce ci accoglie con la chiesa di Santiago e la sua Puerta del Perdon; a chi, non potendo arrivare a Compostela, si fermava in paese e passava sotto questa porta veniva concessa l’indulgenza….questo privilegio è richiamato nella bella poesia del pellegrino che si può leggere sulla parete della chiesa….attraversiamo il paese e sulla piazza ci fermiamo per la “prima” colazione; da non credere arriva anche Alex….gustiamo assieme un buon caffè con leche, poi io e Max riprendiamo il cammino, anche se io mentre siamo ancora in paese, cerco dei negozi di oreficeria dove poter comprare delle croci a tau d’oro….niente….ma la mia sarà una ricerca per tutto il cammino e solo a Santiago riuscirò nell’”impresa”….io e Max abbiamo deciso di seguire la via classica che corre lungo la statale fino a La Portela dove pensiamo di fermarci in modo da lasciare per domani, uno dei tratti più duri del cammino, una tappa corta fino a O Cebreiro….mentre attraversiamo il ponte sul rio Burbia vediamo Alex più a monte che sta seguendo un percorso diverso, probabilmente ha deciso per la via alta per Pradela in alternativa alla nostra….noi proseguiamo costeggiando la statale e intersecandoci anche qualche volta con la nuova superstrada finchè giungiamo a Trabadelo….qui decidiamo di pranzare, ci stacchiamo dal cammino, attraversiamo un ponte sul rio Valcarce e ci sediamo all’interno di un ristorante con a fianco un distributore di benzina….incredibile dopo un po’ entra Alex!Ancora saluti….ma che sentiero avrà fatto?Quello alto che però interseca il nostro più a monte, oppure ci ha ripensato ed è tornato indietro seguendoci?Bah!....anche questa volta ci separiamo, noi attraversiamo il paese di Trabadelo e all’albergue del pellegrino ci timbriamo il sigillo del giorno sulla credencial….rimango impressionato dal vedere all’esterno dell’albergue un pellegrino in ciabatte con i piedi fasciati, sarà dura per lui proseguire….a La Portela vediamo un hostal molto bello con annesso distributore di benzina….andiamo a chiedere e si anche questa volta abbiamo un tetto e un letto….ad un baracchino fuori dall’hostal che vende prodotti locali compriamo anche della frutta che gustiamo…poi andiamo a riposarci,poi a cena e poi a nanna….domani sarà una tappa di quelle che lasciano il segno…..dai 600 metri di dove siamo adesso ai 1293 di O Cebreiro….


Villafranca del Bierzo. Poesia al Pellegrino


Valle de Valcarce. Segnali di pericolo.......

da LA PORTELA DE VALCARCE a O CEBREIRO  30-09
….facciamo colazione,paghiamo e poi riprendiamo il cammino seguendo ancora la statale anche se il paesaggio dopo Vega de Valcarce cambia….il bosco incomincia a delinearsi meglio, il verde è più rigoglioso…dopo Las Herrerias il sentiero si stacca dall’asfalto e devia sulla sinistra nel bosco….ci si inerpica coperti dalla fronde degli alberi e si raggiunge La Faba….qui ci ristoriamo con un caffè con leche grande per prepararci all’ultimo “assalto”….il sentiero sale e Laguna de Castilla è l’ultimo paesino del Leon….si sale sempre…ecco il cippo regionale….entriamo in Galizia…mi faccio immortalare con una foto del mio cellulare….siamo a 152,5 km da Santiago e il sentiero sale ancora…ultimi strappi e finalmente arriviamo al Cebreiro, passiamo vicino alla chiesa di Santa Maria la Real e incominciamo a chiedere un posto per la notte….tutto occupato…incominciamo a disperarci, scendiamo lungo il paese e ad un incrocio vedo una casa rural, entriamo e grazie a Santiago anche per oggi troviamo un tetto e un letto….dopo una doccia e un pranzo e dopo aver lavato e steso al sole il bucato e probabilmente dopo il solito riposino, usciamo e giriamo per il paese, compriamo cartoline e dischi di musica religiosa e folkloristica locale, visitiamo la chiesa di Santa Maria la Real con il calice del miracolo e la statua della Madonna e dove probabilmente sono sepolti il parroco e il pastore,accendo un cero alla Madonna per Marialuisa Matteo e Giuditta (proteggili...), visitiamo una delle pallozas “originali”, saliamo al rifugio per vedere se Alex o gli Heidelberg o qualcun altro che abbiamo incontrato sul cammino si siano fermati qui….ma non c’è nessuno…saranno andati oltre?Forse…al sole ancora caldo di fine giornata ci sediamo fuori da una posada a berci qualcosa di fresco…. ancora lontana, sfumata all’orizzonte, c’è Santiago….ceniamo e poi cadiamo nelle braccia di Morfeo, domani sarà ancora una giornata con qualche impennata…..


O Cebreiro. Pallozas...le antiche case dei pastori


O Cebreiro. Chiesa preromanica di Santa Maria la Real


O Cebreiro. Il "Caliz del Milagro" del XII sec. custodito in Santa Maria la Real


O Cebreiro. L'immagine di Santa Maria del XII sec.


O Cebreiro. La valle che abbiamo risalito

da O CEBREIRO a TRIACASTELA  01-10
….di mattina presto facciamo colazione in un bar proprio in faccia al nostro hostal, poi risaliamo fino al rifugio e proseguiamo lungo un sentiero che si trasforma poi in carrareccia….non avendo visto segnali, frecce o conchiglie per un bel tratto ci era venuto il dubbio di aver sbagliato percorso….con sollievo scopriamo che così non è….raggiungiamo l’Alto de San Roque dove c’è una statua al pellegrino….proseguiamo in un ambiente che potremmo definire bucolico….vacche e pecore sono un pò dappertutto e lasciano segni inequivocabili sul sentiero….con uno strappo abbastanza impegnativo arriviamo all’Alto do Pojo; il sentiero sbuca proprio davanti ad un bar…inevitabile che si prenda un caffè con leche grande e il sigillo del giorno…..si scende poi verso Fonfria dove attraversando il paese superato l’angolo di una casa ci sentiamo chiamare
da una vecchietta che con un piccolo obolo ci offre delle crepes buonissime…..ci indica anche dove riempire d’acqua le nostre bottiglie…grazie e saluti….scendiamo ancora e passando per Viduedo vediamo esposti su un tavolino all’ingresso di un portico di una casa delle ciotoline di lamponi, diamo il nostro obolo anche qui e ci gustiamo questi lamponi della Galizia mentre affrontiamo gli ultimi km per Triacastela….arriviamo alla nostra meta e alla prima pensioncina che incontriamo troviamo alloggio….pranziamo, Max si fa il suo riposino ed io mi godo il sole….il cammino passa proprio davanti a noi ed una deviazione a sinistra attraverso un prato porta al rifugio ….tra i vari pellegrini che arrivano e vanno al rifugio ad un certo punto mi sembra di vedere gli Heidelberg….dopo cena alla sera andiamo al rifugio per controllare se i “tedeschi” ci sono, ma non li vediamo….avrò avuto le traveggole, ma… chissà….

da TRIACASTELA a SARRIA  02-10
…decidiamo di non seguire la deviazione per Samos,avendo già visto il monastero nel ’90, ma di proseguire per il sentiero tradizionale….si cammina in parte sul ciglio della strada in parte immergendosi in boschi secolari in una scenario a volte nebbioso e grigio….in un tratto boscoso vediamo una coppia di pellegrini davanti a noi, da come camminano sembrano gli Heidelberg…vuoi vedere che….ma si sono loro, felici ci salutiamo, si erano proprio fermati a Triacastela, ci raccontiamo le ultime peripezie e poi ci salutiamo….a presto…al prossimo incontro… a Furela un cartello attira i nostri sguardi, c’è scritto “Ojo perro svelto”, che noi interpretiamo come…"attenzione,cane veloce"…ma la nostra traduzione non è esatta…. arriviamo a Sarria e subito troviamo un punto di appoggio per pellegrini….entriamo e volendo ritornare all’Hotel Roma come già nel ’90 ci facciamo prenotare dalla gentile signorina….andiamo all’Hotel Roma, ci sistemiamo,pranziamo nel ristorante dell’hotel (che merita), poi gironzoliamo visitando i monumenti…nella parte alta della cittadina, dove si sta allestendo una festa rionale,la chiesa del Salvador, il castello feudale, il convento de la Magdalena….andiamo anche per antiquari alla ricerca di una statua di Santiago, ma inutilmente…..vado a messa e poi cena sempre al ristorante dell’hotel….


Furela. I cani sono pericolosi per le caviglie e i polpacci dei pellegrini


Sarria. Chiesa del Salvador


Sarria. Convento de la Magdalena fondato nel XIII sec. dai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme


Sarria. Blasone sulla facciata del convento


Sarria. Cestini della spazzatura in tema......

da SARRIA a PORTOMARIN  03-10
…usciamo da Sarria e attraversiamo la ferrovia….la stazione è proprio vicino all’hotel….si entra in un fitto bosco e poi si susseguono dolci colline e campagne, il sentiero coincide molte volte con la statale….dopo Brea incontriamo il cippo che indica che mancano 100 km a Santiago….dal Cebreiro i cippi kilometrici sono molto ravvicinati….ogni 500 metri; è un conto alla rovescia che ci avvicina sempre più a Santiago….sparsi tra i campi incominciano ad apparire gli horreos gaglieghi…a Rozas un caffè con leche grande per darci forza….ad un certo punto la vista si apre davanti a noi….siamo sulla sponda orientale del lago artificiale di Belesar, in faccia a noi Portomarin…un lungo ponte alto sul lago lega le due sponde….ricordo di averlo superato in bicicletta nel ’90…passato il ponte davanti a noi appare la Cappella de la Virgen de las Nieves, saliamo la ripida scalinata e passiamo sotto l’arco nella cappella…tutte le vestigia del passato sono state recuperate dal vecchio paese oramai sommerso dal lago…la strada fa alcune curve e poi finalmente imbocca la via principale che in salita porta alla chiesa-fortezza di San Nicolas…incominciamo a chiedere…ma gli hostal in cui chiediamo o sono completi oppure lasciano a desiderare, ci dividiamo per accelerare la ricerca…io ho fortuna e trovo un bell’albergo…chiamo Max e mentre ci registriamo alla reception notiamo un gran numero di zaini ammonticchiati all’ingresso….sono i pellegrini “furbi” che spediscono il sacco e leggeri si fanno il cammino…riusciranno anche a sgaiottolare in paradiso evitando inferno, purgatorio e qualsiasi pena?E’ un dubbio che mi assale, ma che allontano subito, no non può essere….dopo il pranzo e l’immancabile pisolino usciamo per il paese a vedere le sue bellezze….mentre ammiriamo San Nicolas ci sentiamo apostrofare in italiano…è un giovane di Faenza che in gruppo sta facendo il cammino partendo da Sarria….incomincia a parlarci di templari, di forze extraterrestri, di simboli strani che sono segnati sulle pietre della chiesa e che sono all’origine di queste tensioni misteriose…come la famosa spada di San Galgano ombelico di queste linee di forza….circuitati da quest’energia lo salutiamo, lo rivedremo domani con i suoi amici e poi anche lui perso….andiamo a controllare quale sarà il percorso domani per uscire da Portomarin e poi sediamo a berci qualcosa sotto i portici della via principale…prima di cena riesco a trovare in un negozio delle croci a tau in argento e degli scudetti da applicare sul bastone….soddisfatto andiamo a cena e poi al meritato riposo…..


Portomarin. Chiesa di San Nicolàs


Portomarin. Interno di San Nicolàs


Portomarin. Navata di San Nicolàs


Portomarin. Chiesa di San Pedro

da PORTOMARIN a PALAS de REI  04-10
…scendiamo lungo la via principale e in fondo giriamo a destra, costeggiamo il crepaccio scosceso su un ramo del lago de Belesar, lo attraversiamo su un ponticello pedonale e ci immergiamo in un bosco fitto….su una dura salita circondati da alberi secolari incontriamo e superiamo di slancio il gruppo di Faenza….ciao e via…a Ventas de Naron un panino per ricarburare il fisico e poi la salita per l’Alto de Ligonde…si cammina sulla strada che è in fase di asfaltatura, con mezzi in movimento e ghiaia che viene sparsa sollevando nugoli di polvere….infernale…la strada adesso scende sempre con polvere sospesa fino al Cruceiro de Lameiros….la croce è sovrastata da un imponente rovere con più di due metri di diametro….sempre salite e discese (“subidas y bajadas”) che è parte connaturata di questo tratto finale del cammino e da ultimo lo strappo dell’Alto del Rosario, una salitella terribile, estenuante…immerso nel bosco il sentiero incrocia ogni tanto la provinciale, un attimo di respiro e poi si riprende la salita, dura e ripida….finalmente il cielo si spalanca sopra di noi, siamo in cima….sempre immersi nel verde di boschi di eucalipti infine giungiamo a Palas de Rei…il sentiero sbuca proprio dietro alla chiesa di San Tirso….giriamo per le vie del paese e all’insegna di una pensione chiediamo:si c’è posto….l’ambiente non è granchè,ma rispetto a Leon è da 3 stelle….due donne anziane “dirigono” gli affari….pranziamo, non ricordo, ma ci sarà stata la solita pennichella, poi giriamo per il paese….scendiamo lungo lo stradone verso quello che è il centro e dove c’è il rifugio dove timbriamo il sello sulla credencial…la strada poi fa una grande curva a “U” e lì c’è la fontana dove nel ’90, quindici anni fa!, ci siamo dissetati….ci sediamo a bere qualcosa ad un caffè ad un tavolino all’aperto, intorno a noi tanti pellegrini, ad un certo punto ci passa davanti una canadese con i capelli grigi ed un fisico non proprio entusiasmante abbracciata ad una giovane pellegrina…mah!La canadese faceva comitiva con il triestino settimane fa…rientriamo, ceniamo con le due “padrone” ed il marito di una…..domani è il penultimo giorno…ultreia!....stanotte però sento l’acqua scendere a catinelle…..


Ligonde. Il Cruceiro de Lameiros.....uno dei crocifissi in pietra più belli del Camino vicino ad un vecchio rovere

da PALAS de REI ad ARZUA  05-10
…. usciamo da Palas de Rei sotto l’acqua….è ancora buio, decidiamo di fermarci appena fuori il paese per un caffè….sembra che gli scrosci siano diminuiti di intensità, riprendiamo il cammino…ancora subidas y bajadas…molte volte il cammino è parallelo alla statale….a Melide dal cielo scende solo una pioggerellina fastidiosa, fa freschino e quindi ci sta un caffè con leche e croissants….a Boente a fianco della statale c’è la chiesa di Santiago….la statua del santo campeggia nella chiesetta…..timbriamo la credencial con il sello della parrocchia…..salite corte ma dure, boschi e campagne si susseguono fino ad Arzua….prima del paese veniamo superati da due pellegrini senza sacco….anche loro furbi?....la strada sale con un’ampia curva e poi un vialone diritto che attraversa la cittadina che si addensa ai lati della statale….troviamo una pensione (Pension Rua) al primo piano di un caseggiato moderno….anche qui zaini accatastati che aspettano i legittimi proprietari….usciamo e troviamo più innanzi un buon ristorante dove pranzare….di sera giriamo per il paese anche se non c’è molto da vedere…..il tempo è sempre grigio…qualche goccia….o è il vento che le porta da lontano?

da ARZUA a LAVACOLLA  06-10
....abbiamo programmato queste ultime tappe in modo da lasciare l’ultima corta e arrivare così a Santiago il mattino presto ed essere pronti per la messa del pellegrino a mezzogiorno….passiamo l’Alto de Santa Irene dove ci facciamo un panino….a Pedrouzo prendiamo l’alternativa nel bosco….ancora qualche salitella e poi, dopo aver costeggiato l’aeroporto di Santiago, sbuchiamo a Lavacolla…. un’insegna fa pubblicità ad un hostal, decidiamo di dargli credito: è l’hostal San Paio….c’è posto e ci gustiamo anche un ottimo pranzo di pesce….il mare comincia ad essere vicino…di pomeriggio tardi torniamo a vedere la cappella di San Roque dove nel ’90 io, Max e Ernesto fummo immortalati dall’autoscatto….il cielo è sempre grigio…..oggi la giornata si conclude con una lauta cena, domani come sarà?


Lavacolla. Cappella di San Roque

da LAVACOLLA a SANTIAGO de COMPOSTELA  07-10
.....mattina bigia….pioggia fine….passiamo accanto alla sede della TV gagliega ed iniziamo la salita al monte do Gozo….mons gaudii…Montjoie….il monte che vedemmo nel ’90 era molto diverso da oggi…il cemento inesorabile distruttore di verde ha sfregiato il versante verso Santiago…sul monte troneggia il monumento a Giovanni Paolo II….passiamo di fianco alla cappella dedicata a San Marcos….vorremmo entrare ma è chiusa….iniziamo la discesa,ma qualcosa (o qualcuno?) ci fa girare…vediamo una donnetta vicino alla cappella…torniamo indietro e chiediamo….si può visitare?… si…grazie,grazie….poniamo il sello del giorno, il bel sello dell’Ermita de San Marcos sulla nostra credencial e poi via, verso Santiago….ancora un’oretta di cammino e poi le prime avvisaglie della città…strade e traffico….Plaza San Pedro…la Puerta del Camino…Calle Azabacheria…Plaza de las Platerias…e poi dopo tanta fatica, tanti giorni…Plaza del Obradoiro con la maestosa facciata barocca della Cattedrale….raggiungiamo l’ufficio vicino alla Puerta Santa, è chiuso, aspettiamo un po’ poi chiediamo dove viene rilasciata La Compostela…ci viene indicato dov’è adesso l’Oficina de peregrinos….l’atrio del palazzo è gremito di pellegrini che chiedono notizie per il ritorno…saliamo le scale…..dobbiamo aspettare il nostro turno…infine ci chiamano, poche domande e poi finalmente La Compostela….scendiamo le scale per uscire e nell’atrio chi vediamo?Gli Heidelberg!Si proprio loro…felici ci salutiamo…nel giorno speciale dell’arrivo ci siamo ritrovati…ciao, addio, forse un giorno…ma sappiamo che non sarà vero….troviamo da dormire in un alberghetto in faccia a quello che ci ospitò nel ’90….ci mettiamo in ordine per la messa di mezzogiorno…la Cattedrale è già piena di gente…inizia la messa con il canto del Magnificat…qualcosa vibra in me, mi commuovo….il rito del Botafumeiro, il grande incensiere d’argento spinto verso la volta da otto “tiraboleiros”….l’elenco del pellegrini arrivati oggi a Santiago….la santa Comunione….la benedizione….finita la messa ripetiamo il rito pantagruelico del ’90, andiamo a pranzo al ristorante più rinomato di Santiago…da Don Gafeiros….in una gioielleria trovo le croci a tau d’oro….non trovo invece la statua di Santiago…acquisto mancato… riconfermiamo la decisione presa di visitare anche Fatima, andiamo quindi all’autostazione e prendiamo i biglietti per il lunedì successivo….e poi il rito del pellegrino in un anno santo come questo…l’ingresso in cattedrale attraverso la Porta Santa…l’abbraccio al Santo…la visita alla tomba…lo spettacolo del Portico de la Gloria….l’imposizione della mano nell’incavo scavato da milioni di pellegrini nella colonna dell’Albero di Jesse….il battere 3 volte la testa alla statua di Maestro Mateo….e poi a cena in un ristorante frequentato da pellegrini:”Casa di Manolo”….iniziamo la cena e l’occhio mi cade su un tavolo vicino al nostro dove insieme a 3 “babbione” vediamo Alex, si lui….è proprio la giornata degli incontri e degli addii….ordiniamo per lui una birra e la facciamo consegnare dal cameriere…sorpreso Alex si gira, ci vede e pacche e scambio di indirizzi….finiamo la cena, l’ultimo saluto….l’ultimo addio….domani lasciamo Santiago,chi torna a casa, chi va a Finisterre come noi….di sicuro non rivedremo più gli Heidelberg,né Alex e tutti quelli che abbiamo incontrato durante il cammino….il ricordo in questo momento va ai cenacoli di Artieda e di Izco e alle persone che vi hanno partecipato, mangiato e brindato….addio…addio…


Santiago de Compostela. Spettacolo nella Praza de Azabacheria


Santiago de Compostela. Interno della Cattedrale:statua di Santiago Matamoros


Santiago de Compostela. Interno della Cattedrale:canne d'organo e altare maggiore


Santiago de Compostela. Interno della Cattedrale:San Giacomo al centro del Portico della Gloria,opera di Maestro Mateo


Santiago de Compostela. Interno della Cattedrale: il timpano del Portico della Gloria


Santiago de Compostela. Interno della Cattedrale: il rituale dei pellegrini...appoggiare la mano destra sui solchi alla base della colonna di San Giacomo e battere la testa dalla parte opposta alla base della statua di Maestro Mateo (il santo dei bernoccoli)


Santiago de Compostela. Interno della Cattedrale: l'altare maggiore con la statua del Santo


Santiago de Compostela. La Porta Santa della Cattedrale

da SANTIAGO de COMPOSTELA a NEGREIRA 08-10
….usciamo dall’hostal…è buio e pioviggina….oramai è autunno,il sole sembra perso,nascosto….fatichiamo a seguire il sentiero,dobbiamo anche chiedere per non perderci….ci fermiamo per fare colazione….attraversiamo il piccolo parco (“la carballeira”) di San Lorenzo, si scende….si passa il rio Sarela, silenzio e campagna…il sentiero si inerpica leggermente, in lontananza le torri della Cattedrale si stagliano scure contro il leggero chiarore dell’alba….mi giro a contemplarle, chissà se….e poi via verso la nostra meta….il tempo sembra migliorare.....
a Trasmonte ci fermiamo per un panino, controlliamo le previsioni del tempo sul giornale, da domani vengono date catastrofiche…un po’ preoccupati riprendiamo il cammino…a Ponte Maceira le previsioni cupe che abbiamo letto prima svaniscono, c’è un sole caldo….ci fermiamo un po’ a riposare e a scaldarci e toglierci di dosso l’umidità della giornata…fermi con noi a questo bel ponte del XIV secolo sul rio Tambre ci sono altri pellegrini: una coppia e una bella ragazza….riprendendo il cammino la ragazza rimane davanti a noi per un po’ di tempo, poi le nostre strade si dividono…noi vediamo un hostal all’inizio del paese segnalato in precedenza da cartelli pubblicitari….proviamo a chiedere…sul bancone della reception c’è una lunga fila di chiavi di camere probabilmente già in attesa di qualche comitiva…la vediamo brutta, ma alla fine avanza una camera anche per noi, anche questa volta è fatta…dopo la pennichella usciamo, il tempo sta cambiando…Negreira è famosa solo perché citata in “Per chi suona la campana”: un miliziano di guardia al ponte è infatti di Negreira….e proprio non c’è molto da vedere, ma anche se ci fosse la pioggia che comincia a scendere invita ad un luogo coperto, al caldo…acqua a catinelle per tutta la sera, andiamo a dormire e piove ancora….


Ponte Maceira. Il ponte del XIV sec. che unisce la due rive del Rio Tambre


Ponte Maceira. Il lavatoio nel canale all'uscita dei mulini

da NEGREIRA a FINISTERRE  09-10
 .....ci svegliamo e piove in maniera implacabile…le previsioni che scrutiamo con apprensione non lasciano speranza: vento ed acqua per tutto il week-end….che fare?Andare a piedi sotto l’acqua o prendere qualche mezzo per Finisterre?Santiago era la meta, lì è la tomba di San Giacomo, ”la chiamata” è per l’abbraccio alla statua del Santo….decidiamo (nel fondo c’è un po’ di rimorso devo dire) di cercare un mezzo….alla fermata dell’autobus, di fianco ad un bar, ci dicono che non c’è un diretto per Finisterre, ma bisogna andare a Muxia e poi un altro bus ci porterà a Finisterre….prendiamo il bus per Muxia, con noi ci sono altri 3 pellegrini,anche loro “disertori”…un turbinio d’acqua ci accompagna, ma finalmente arriviamo a Muxia….andiamo a chiedere per il prossimo bus, ma ci viene detto che è gia partito e per oggi per Finisterre non ci sono altre corse….che fare?Vicino alla fermata del bus abbiamo visto dei taxi fermi, decidiamo d’andare a chiedere, Max corre fuori sotto l’acqua, io dietro…gli altri 3 pellegrini preferiscono il bar…il taxi ad un costo accessibile ci offre il passaggio per Finisterre, va bene …
andiamo …uno dei 3 pellegrini del bar ha deciso anche lui di venire a vedere come ce la caviamo….ci dice di aspettare che va a chiamare gli altri…piove, c’è un altro taxi, tutti su questo non ci stiamo, ”peggio” per loro se sono stati al calduccio nel bar….decidiamo di andarcene senza aspettare, poco fair ma c’est la vie…un piccolo problema: il pellegrino aveva già posato la giacca a vento nel bagagliaio del taxi e noi ce ne accorgiamo solo a Finisterre, decidiamo di lasciarla dov’è nel caso rintracciasse il taxi, ma comunque per tutto il soggiorno in paese stiamo attenti ad evitare incontri “incresciosi”….comunque il nostro taxi fa una corsa veloce lungo la costa avvolta da un sipario d’acqua e entriamo in Finisterre….subito cerchiamo un tetto per la notte….nel primo hostal che incrociamo troviamo posto solo per il sabato notte…accettiamo,scarichiamo gli zaini e così più leggeri potremo cercare un posto anche per la domenica…ancora umidi e affamati andiamo sulla spiaggia di Langosteira a cercare il ristorante dove nel ’90 avevamo mangiato del pesce squisito….evviva c’è ancora, si chiama “Tira del Cordel”…è zeppo di avventori, ci mettiamo in lista, Max nel frattempo si fa un giro sulla spiaggia a cercare conchiglie, non piove più ma c’è alta marea…pranzo veramente luculliano, tanto che ci prenotiamo anche per la sera… dobbiamo cercare il tetto anche per domenica notte, Max ricordava di aver visto un insegna all’inizio del paese…ci andiamo ed effettivamente c’è… nuovissimo…prenotiamo per domenica e poi passeggiamo per il paese con sopra di noi un cielo sempre grigio-scuro….alla sera cena gustosissima da “Tira del Cordel”….il mattino dopo,domenica 10 ottobre, facciamo il trasloco e poi decidiamo di fare una passeggiata fino alla spiaggia che dà sull’Atlantico: sugli scogli moltissimi gabbiani….iniziamo poi a salire verso il faro…il tempo è decisamente cambiato, volge al bello, c’è persino il sole…passiamo attraverso a campi con superbi cavoli gaglieghi e arriviamo all’antica chiesa di Santa Maria de Areas dove è conservato il Santo Cristo de Fisterra a quattro chiodi….ascoltiamo messa e poi riprendiamo il cammino verso Cabo de Fisterre lungo la carrozzabile che taglia a mezz’altezza il promontorio….su in cima sotto il faro la stupenda vista dell’Atlantico…ritorniamo , compriamo i biglietti per il bus di lunedì mattina per Santiago, passiamo lungo il porto, al Cruceiro de Baixar ci regaliamo un’inquadratura come già nel ’90, pranziamo al nostro solito ristorante…cerchiamo di prenotare anche per la sera, ma ci viene detto che è chiuso:dolorosa notizia! ….traslochiamo nel nuovo hostal con dei proprietari molto simpatici…pennichella…usciamo per cena, ma prima dobbiamo compiere il rito del pellegrino al termine del Camino…abbandonare o bruciare qualcosa che si è portato nel pellegrinaggio a Santiago…io butto via i calzoncini che hanno sofferto e gioito con me in quest’avventura, Max tenta più volte di bruciare il suo cappello di paglia…rien à faire…non brucia, deve essere abbandonato come i calzoncini….la cena è meglio dimenticarla….pietosa…


Finisterre. Tramonto


Finisterre. L'Atlantico


Finisterre. Chiesa di Santa Maria de Areas


Finisterre. Statua del Santo Cristo de Fisterra nella chiesa di Santa Maria


Finisterre. Il faro a Cabo de Fisterre


Finisterre. Qui la terra finisce.......


Finisterre. Il porto


Finisterre. Viuzze del paese


Finisterre. Io e Max al Cruceiro de Baixar


Finisterre. Il rituale del "rogo" delle cose che ci hanno accompagnato in questa avventura....in questo caso il cappello di Max

da FINISTERRE a FATIMA  11-10
....è buio pesto quando ci svegliamo….facciamo colazione,salutiamo i padroni dell’hostal e poi andiamo ad aspettare il bus…la fermata è proprio in faccia al nostro albergo….tempo umido e freddino…il bus è un “locale”,fa tutte le fermate, ma finalmente arriviamo a Santiago….all’autostazione in attesa del bus per Fatima prendiamo dei biscotti e un caffè…con noi aspetta una signora anziana, che rivolgendosi a Max e a nessuno nello stesso tempo, in un francese carico di inflessioni “slave” (polacche,ungheresi?), si scaglia contro i fantasmi di un suo passato carico di ombre….un oramai lontano regime comunista?....si parte e si scende verso sud,il percorso prevede una sosta per il pranzo in una stazione di servizio….arriviamo a Fatima e appena usciti dall’autostazione troviamo un tetto all’Hotel San José….cerchiamo un’agenzia per prenotare il ritorno,l’impiegata della prima agenzia che incontriamo ci dice che non può farci il biglietto ferroviario per Hendaye e Parigi,ma bisogna andare alla stazione di Fatima a una ventina di Km da qui…troviamo un’altra agenzia e la signora ci rassicura…si ,si può…verranno emessi a Lisbona e arriveranno l’indomani in tempo per raggiungere la stazione e prendere il treno delle 17.29 per Hendaye… appuntamento per domani in tarda mattinata…lasciamo i soldi (di Max) e usciamo per andare alla basilica….la grande spianata dei pellegrini che raggiungiamo scendendo alcuni gradini ha in faccia la cattedrale e sulla sinistra la cappella delle apparizioni….l’atmosfera è ovattata….le candele…la gente che prega….la statua della Madonna i cui occhi sembrano scavarti dentro per far uscire dal tuo cuore un uomo nuovo….l’albero a Cova da Iria,l’elce sui cui rami Maria appariva ai tre pastorelli non c’è più,ciò che rimane è il magnetismo del luogo dove “il divino” si è manifestato,lo senti….è più forte di te….è quasi fisico e…indimenticabile….entriamo nella basilica dove vediamo le tombe di Giacinta e Francisco….accanto a quella di Giacinta è indicato il loculo dove quando Dio vorrà verranno messe le spoglie di Lucia…fuori nella spianata con le tenebre incipienti,il lucore delle candele è come aumentato,e nel silenzio il mormorio delle preghiere scivola verso di te,intorno a te mosso dalla brezza della sera …ritorniamo in hotel…l’indomani mattina 12-10 paghiamo il conto,lasciamo in custodia i nostri zaini e poi ci incamminiamo verso i luoghi e i monumenti che hanno fatto da sfondo agli eventi eccezionali succedutisi dal 13 maggio al 13 ottobre del 1917…lungo lo stradone che parte dall’autostazione,passa davanti al nostro hotel e finisce alla Rotonda Sul in una gioielleria compro per me e Marialuisa due medagliette d’oro con effigiati Francisco e Giacinta ….seguiamo la Via Sacra….con noi gruppi di pellegrini con canti e rosari,famiglie intere con padre e figli che aiutano con sorsi d’acqua e pregando la madre che in ginocchio si trascina sulle pietre della Via….sempre la mamma….ci fermiamo davanti alla cappella a “dos Valinhos” dove la Madonna apparve il 19 agosto per la quarta volta,a Loca do Anjo dove avvennero la prima e terza apparizione dell’Angelo….visitiamo la casa di Lucia con il pozzo oramai prosciugato dove l’Angelo apparve la seconda volta e la casa di Francisco e Giacinta….ritorniamo a Fatima e andiamo in agenzia….brutte notizie,i biglietti non sono arrivati….piuttosto arrabbiati sollecitiamo la signora che telefona alla sede di Lisbona….non preoccupatevi nel primo pomeriggio arriveranno…compro dell’acqua santa e poi andiamo a pranzo….riempio anche una bottiglietta con l’acqua che sgorga dalla sorgente in mezzo alla spianata….ritorniamo in agenzia,come già paventavamo i biglietti non ci sono,oramai abbiamo perso il treno e dovremo fermarci un’altra notte a Fatima….ci facciamo restituire i soldi,poi andiamo a controllare quando parte il primo bus per la stazione di Fatima,prenotiamo in un altro hotel per la notte,recuperiamo il nostro bagaglio e poi andiamo a sederci all’aperto in un bar e a consolazione della giornata persa siamo allietati da un gruppo di pellegrini che cantano il fado….devo dire in modo molto fascinoso….dopocena ritorniamo alla cappella delle apparizioni….è la vigilia dell’anniversario dell’ultima apparizione….la spianata lentamente si anima…pellegrini in attesa delle celebrazioni della notte e di domani si avvolgono nelle coperte per ripararsi dal freddo della notte….penitenti arrancano sul selciato della piazza in ginocchio o stesi a terra si spingono coi gomiti….i loro occhi sono rivolti alla statua della Madonna…lì è la speranza e la pace….torniamo in hotel con negli occhi i gesti di fede di centinaia di donne e uomini….voglio,o meglio devo tornarci….


Fatima. Spianata con il percorso penitenziale


Fatima. La cappella delle apparizioni


Fatima. A dos Valinhos il luogo della quarta apparizione


Fatima. La spianata della basilica


Fatima. Penitenti

da FATIMA a HENDAYE a PARIGI a MILANO  13-10
…presto di mattina andiamo all’autostazione…abbiamo da aspettare un po’ prima che arrivi il bus per la stazione di Fatima…facciamo colazione nel frattempo,pur rimanendo sempre in tensione per capire quando viene annunciato dall’altoparlante il nostro turno….il portoghese non è così comprensibile con tutti gli “ao” che qui gli ficcano dentro…con noi che va alla stazione di Fatima troviamo un italiano proprietario di un’agenzia di viaggi;ci racconta che deve andare alla stazione e poi alla cittadina di Tomar dove lo aspetta una comitiva di turisti…ci racconta anche meraviglie di un famoso castello templare sempre a Tomar…ma finalmente si parte….arriviamo alla stazione,salutiamo l’italiano che prosegue per Tomar e ci diamo da fare per i biglietti…senza problemi troviamo posto in cuccetta fino a Hendaye e poi sul TGV fino a Parigi…ma adesso che abbiamo i biglietti che facciamo in questo paesino sperduto fino a stasera?Andiamo a Tomar?Dai…e gli zaini?Chiediamo al capostazione/bigliettaio che gentilissimo dice che possiamo lasciarli nel suo ufficio….via allora con un taxi fino al castello templare…nel mentre paghiamo il taxi davanti al portone d’ingresso del castello,vediamo arrivare anche l’italiano di prima….i “suoi” turisti stanno in quel momento visitando il castello….cosa che facciamo anche noi…il castello è un gioiello dell’arte templare….ci sono scorci che sono stupefacenti…la Charola,la celebre finestra del lato occidentale,il Claustro dos Filippes….lasciamo il castello e scendiamo in città,visitiamo la sinagoga,ammiriamo le decorazioni dei palazzi….all’autostazione prenotiamo il ritorno e dopopranzo siamo di nuovo alla stazione di Fatima…finalmente il treno,ceniamo alla carrozza ristorante,poi preparo la mia cuccetta che è in faccia a quella di un negro possente che russa tremendamente,è dura dormire….ecco Hendaye in un’alba grigia…riusciamo a bloccare un gruppo di giapponesi che cercano di intrufolarsi davanti….cambiamo binario e sul TGV si va a Parigi….puntuali alle 13.40 arriviamo alla Gare de Lyon…prendiamo i biglietti per Milano….abbiamo ancora tempo per fare uno spuntino al famoso ristorante della stazione “Le Train Bleu”…poi ancora TGV per Milano…sulle Alpi troviamo la neve,sembra oramai autunno inoltrato….la traversata che prima di me hanno fatto migliaia e migliaia di pellegrini è finita…con l’amaro che tutte le belle cose che finiscono lasciano come strascico del loro dissolversi,mi giro a guardare con nostalgia quello che è stato il mio cammino nel grande viaggio della vita.


Tomar. La fortezza dei Templari


Tomar. La chiesa fortificata da sud-est detta anche "Charola"


Tomar. Interno con la volta torica della "Charola" rielaborazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme


Tomar. Finestra sul lato occidentale della chiesa,incastonata come un gioiello nella parete nuda


Tomar. Claustro dos Filippes


Fatima. Il ritorno




FINE


6 ottobre 2005